Nel gruppo del Catinaccio, oltre alla cima che ha dato il nome al massiccio e che gli altoatesini e tedeschi chiamano Rosengarten, sono celebri la Roda di Vaèl e le torri del Vajolet. La vetta più elevata di tutte, la sola a superare i 3000 metri di quota, è però il Catinaccio di Antermoia, Kesselkogel in tedesco. Un’aspra “schiena” di roccia scura e solida, le cui pareti Ovest ed Est sono tagliate da cenge che consentono di salire con difficoltà limitata. Verso sud invece la montagna precipita sul passo d’Antermoia con un ciclopico driedo.
Due giorni di trekking alla scoperta del Catinaccio d’Antermoia, tra panorami mozzafiato e pareti di roccia.
L’escursione che vi consigliamo è uno dei percorsi più suggestivi del Gruppo del Catinaccio, ma anche impegnativo da un punto di vista della tempistica. e perciò abbiamo scelto di spezzarlo in due giorni e pernottare presso il rifugio Antermoia.
Lunghezza percorso: 16 km
Dislivello in salita: 1245 m
Dislivello in discesa: 1540 m
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Il punto di partenza della nostra passeggiata è la conca di Gardeccia raggiungibile da Pera di Fassa con un comodissimo servizio navetta. Dal rifugio Gardeccia si passa davanti al rifugio Stella Alpina e si prosegue sulla strada sterrata (segnavia 546) che sale ai piedi della parete est del Catinaccio passando dal rifugio Vajolet.
Qui di prosegue sulla sinistra risalendo il fianco destro dell’alta valle del Vajolet verso Passo Principe lungo il sentiero 584, raggiunta una zona erbosa la si attraversa a saliscendi godendosi un panorama mozzafiato.
Raggiunto Passo Principe, e l’omonimo delizioso rifugio, si prosegue verso destra passando alla base della grande parete del Catinaccio d’Antermoia e quindi si rimonta con ripido zigzag il pendio detritico fino al Passo Antermoia a m 2.770.
Da qui si scende per l’altro versante nel Valon d’Antermoia, pianeggiante e malinconica pietraia, si costeggia il lago dove secondo antiche leggende si davano convegno le streghe di Fassa e, attraversato l’emissario, si raggiunge il rifugio Antermoia a m 2.497. Qui ci siamo fermati per la notte.
La mattina seguente, lasciato il rifugio ci siamo diretti sul segnavia 580 verso il vicino Pas de Dona a m 2.516 e da qui abbiamo proseguito per la verdissima e ripidissima Val Udai a chiudere l’anello costeggiando i costoni di roccia fino al ristorante La Regolina, sulla strada per il Gardeccia.