Il Cammino del nord si snoda nei suoi oltre 820km tra le montagne e le scogliere a picco sull’oceano, in un paesaggio ricco di boschi e pascoli, con una varietà di colori unica. Abbiamo percorso il Cammino in due stagioni. Nella prima abbiamo percorso i 220km da Irun a Santander. Nella seconda abbiamo camminato da Sandanter a Santiago de Compostela. In questo post raccontiamo la nostra esperienza tappa per tappa lungo il Cammino del Nord da Ribadeo a Santiago de Compostela.
Questo è il nostro diario di viaggio, tappa per tappa, da As Figueras – Ribadeo a Santiago de Compostela.
28. As Figueiras – Villamartín Pequeño
Il Puente de los Santos attraversa la baia di Ribadeo spazzata dal vento. Superato il paese, la via si dirige a sud ovest, iniziando l’attraversata della Galizia verso Santiago. Si inizia a salire sulle colline, le abitazioni si fanno più rade e i paesi più piccoli. Anche gli albergue sono pochi e con pochi posti. Ci fermiamo al Tentempè Peregrino, un piccolo Bar per pellegrini improvvisato da una signora di Villamartin, una frazione di poche case in mezzo alle colline agricole. A pochi metri la stessa signora affitta le stanze del piano superiore nella sua abitazione.
29. Villamartín Pequeño – Mondoñedo
Lungo la via, tra le colline galiziane, iniziano a comparire i primi centri storici di questa regione: cattedrali e monasteri antichi che nei secoli hanno segnato il cammino dei pellegrini. Da Villamartin il cammino attraversa Lourenza con il suo monastero benedettino dell’anno 969 e la chiesa barocca del 1700. Tra le case del centro il Bar Canton, quasi di fronte al monastero, non è cambiato con gli anni. L’interno è ancora tutto in legno. I vecchi gestori offrono piatti galiziani fatti in casa a pochi euro. Un ottima sosta, soprattutto nelle giornata piovose.
Dopo altri 8km di sali-scendi in mezzo al verde e alle case rurali siamo arrivati a Mondonedo. Mondonedo è un centro medievale di antiche origini. La sua cattedrale, costruita nel 1200, è giunta pressoché immutata fino a noi. Merita una visita.
La piazza della cattedrale ospita anche la Casa Museo Alvaro Cunqueiro, un famoso poeta e giornalista del 900 spagnolo nato qui.
Il secondo weekend di agosto la città ospita un festival medievale che anima tutte le vie con bancarelle di cibo in una grande festa collettiva. Noi abbiamo avuto la fortuna di passare proprio in quei giorni!
Mondonedo ha un albergue pubblico nel centro storico con pochi posti, ma noi ci siamo fermati alle porte del paese presso l’albergue allestito dall’ Hotel Montero, sul retro del proprio edificio. Una soluzione molto accogliente, con nicchie private e grandi stanze comuni.
30. Mondoñedo – Castromayor
Superate le stradine di Mondonedo, la strada si infila in una valle per risalire le colline fino agli altopiani ventosi galiziani. 500 metri di dislivello tutti di un fiato sui cui tornanti abbiamo trovato diversi pellegrini a riposare.
Una volta arrivati in cima si apre un grandioso altopiano popolato da pale eoliche e grandi prati con strade bianche che si perdono all’orizzonte.
A Gontan, piccola frazione a metà tappa, il bar del paese ha anche un minimarket con molti prodotti di origine locale. E’ possibile fare la spesa e pranzare nel bar.
In questo panorama ameno siamo arrivati fino a O Xistral, una vecchia casa di pietra nera restaurata e gestita da un veterinario del luogo. Ospitalità da manuale, ambiente curato pulito e uno spirito generale che incarna la migliore faccia del cammino.
31. Castromayor – Vilalba
Una tappa breve per riposare in vista degli ultimi kilometri. Il cammino tra O Xistral e Vilalba è dominata dai campi verdi della campagna e da poche case di contadini sparse sotto gli alberi.
Vilalba è uno degli ultimi centri prima di Santiago. Si entra in città attraverso una zona commerciale piuttosto decadente. Il centro del paese è dominato da un torrione medievale imponente, la Torre di Andrade ed è oggi adibita a hotel e ristorante. Superando il paese la collina scende sul Rio Madalena, dove i cittadini vanno a fare il bagno. E’ stato costruito anche un piccolo acqua-park fluviale, chiuso al nostro passaggio.
A Vilalba abbiamo dormito presso l’Albergue As Pedreiras, una struttura privata pulita ed efficiente.
32. Vilalba – Baamonde
All’uscita da Vilalba, in località A Torre, troverete la Casa Nicanor. Casa Nicanor è un iniziativa di due giovanissime sorelle e i relativi compagni che dopo alcune esperienze lavorative nei centri economici della Spagna sono tornate alle origini e hanno riattivato la casa dei nonni, un tempo un bar di sosta per i pellegrini. La casa offre una sosta e una selezione di prodotti locali richiedendo donazioni libere. Il timbro per la credenziale del pellegrino posto a Casa Nicanor pare essere uno dei più antichi del cammino.
La nostra meta, Baamonde, è poco più di un incrocio vicino alla statale contornato da qualche casa. Tuttavia le vicine terme portano qualche afflusso turistico e la sosta per il pellegrino ha tutto ciò che serve per una tappa ideale. L’ostello municipale, sulla via è molto grande e ben tenuto. Il bar “Km 101”, a pochi metri è un ottima sosta per uno spuntino pomeridiano con piatti gustosi locali e attenzione al glutine per Pietro. Dall’altro lato della strada ci sono alcuni minimarket e la farmacia. Poco più in là, oltre l’Albergue invece potrete trovare la locale chiesa dedicata a Santiago. Sul suo sagrato si trova un albero millenario il cui tronco cavo è stato scolpito per voto al suo interno. La sera invece, non rinunciate a premiarvi con una cena al Restaurante Galicia. Se a Ribadeo abbiamo gustato la nostra migliora cena di pesce, qui forse la migliore cena Galiziana!
Gli ultimi 100km del Cammino del Nord
A Baamonde mancano 100km a Santiago. Questo traguardo significa due cose: Chi cammina da settimane inizia a riconoscere l’esperienza e a coglierne i frutti: lo spirito è pieno, lo zaino si fa leggero e non si sente più la fatica.
Ma in questo stato di estasi compaiono inaspettatamente lungo il cammino una nuova categoria di presenze: i turigrini, ovvero chi per diverse ragioni decide di compiere solo gli ultimi 100km del percorso. Sono 100 km infatti la distanza minima per ricevere a Santiago la compostela, il certificato che attesta di avere percorso la via.
L’orda dei turigrini, un gruppo scoordinato di persone che cammina in scarpe da città, con zaini improbabili riempiti malamente, scoordinati, troppo puliti e rumorosi, si integra con difficoltà con chi, partito 700 km prima, sta concludendo un esperienza di passaggio importante e percepisce i nuovi arrivati come degli impostori.
33. Baamonde – Roxica
Poco oltre Baamonde si entra nel bosco per scoprire la cappella di San Alberto. Una chiesa gotica del 14esimo secolo, contornata dai resti di un piccolo abitato, oggi inghiottiti dalla vegetazione. A Toar il cammino si divide. Una possibilità più breve e la via che permette di fermarsi, tra un giorno a Sobrado dos Monxes, un antico monastero fondato dai benedettini nel 10 secolo e oggi ripopolato da una piccola comunità trappista. Abbiamo scelto quest’ultima.
La via percorre le basse campagne per poi risalire le colline verso nuove schiere di pale eoliche. Circa 5km dall’arrivo la strada sale su alcune colline poco più alte. La vegetazione cambia per qualche centinaio di metri, diventando quasi montana. Il paesaggio si apre e l’ambiente si fa più asciutto. E’ un ottimo posto dove riposare un po’.
Ci siamo fermati poco oltre presso Casa Roxica, una fattoria gestita da un’anziana signora. Camerta spartana, letti comodi, pochi posti, cena comune saporita.
34. Roxica – Sobrado dos Monxes
Il Monastero di Sobrado dos Monxes dista 3 o 4 giorni da Santiago. E’ una di quelle tappe storiche che molti pellegrini non si fanno scappare. Prima di arrivare al sito si incontra lungo il cammino una piccola laguna creata dai monaci tra il quattordicesimo e quindicesimo secolo come riserva idrica e ittica. Il convento, abbandonato nel 1835 e ripopolato dai monaci in epoca moderna (1966), in parte pulito e restaurato, in parte avvolto da muschi verdi e licheni, ha un forte fascino decadente. Si dorme in grandi celle di pietra che ospitano molti pellegrini lungo tutto il chiostro principale per una capienza complessiva di 120 posti (nessun problema di accoglienza quindi). In realtà la notte l’umidità è forte. Nel chiostro, sotto i raggi di sole, si riposa e si rivedono volti noti di persone viste durante le ultime settimane. Qualcuno che aveva preso la via Primitiva ha preso una deviazione per potere passare di qua prima di arrivare a Santiago. I monaci sonnecchiano e non cucinano per i pellegrini. Nella piazza di fronte all’ingresso del monastero alcuni bar offrono menù convenienti, suggeriamo la Cafeteria Plaza Sobrado.
35. Sobrado dos Monxes – Arzúa
Da Sobrato, rotta verso Arzùa, ultimo centro prima di Santiago e punto di incontro col cammino francese. Boschi, pioggia e ancora tanto verde. Arzuà, la nostra meta, è un centro vivace. Il centro storico è curato e piacevole con le solite piazze lastricate e alberate della migliore tradizione spagnola del nord. Attorno si possono trovare tutti i servizi del caso. L’aria è allegra, si sente la meta vicina e i gruppi di pellegrini sono piuttosto vivaci. C’è aria di festa. Ad Arzuà l’albergue municipale è una vecchia casa in pietra restaurata e accogliente con 46 posti letto. Data l’affluenza in città, meglio cercare di arrivare presto.
La sera abbiamo invece cenato in una pizzeria italiana che fa pizza senza glutine !!! E che pizze, Il Fornaccio ci ha dato grande soddisfazione! Grande serata,
36. Arzúa – Monte do Gozo
Da Arzuà diversi cammini si congiungono e i pellegrini aumentano. La folla di “turigrini” diventa inevitabile e, si, si può rimanere scioccati.
Non c’è nulla di male, per carità, in fondo l’intransigenza è incoerente con l’esperienza del cammino. In fin dei conti, seppur si debba stare attenti a dove si cammina (c’è davvero molta gente), la via è piena di persone sorridenti che hanno voglia di iniziare una conversazione. Cio nondimeno dopo avere passato settimane soli in mezzo agli elementi, senza incontrare anima viva per giornate intere se non la sera in piccoli albergue dove si condivideva la propria esperienza con pochi, l’impatto del bagno di folla è forte.
Siamo usciti dalla via di qualche centinaio di metri per una sosta a Pedrouzo, un paesino a 20km da Arzuà. Nel primo pomeriggio, abbiamo ripreso a camminare con l’idea di fare ancora poca strada, al massimo fino a Labacolla.
Qui c’è stata la sorpresa. Riposati dai giorni precedenti in cui erevamo stati attenti a non forzare mai troppo il passo, abbiamo trovato il cammino vuoto.
I turigrini dopo pranzo non si muovono più.
E così, nell’entusiasmo di riscoprire un rapporto intimo con la natura, immersi nei boschi secolari che precedono Santiago, uno dopo l’altro le lapidi che segnano la distanza alla grande meta finale hanno assunto il ruolo di un conto alla rovescia che non si fermava più.
Al trentacinquesimo kilometro di cammino siamo arrivati in cima al monte di Gozo, sopra a Santiago e qui abbiamo deciso di fermarci per entrare a Santiago la mattina successiva di buon ora, freschi e riposati per goderci appieno l’arrivo. Mancano solo 5km!
A Gozo, alcuni anni fa si è tenuto il meeting mondiale della gioventù organizzato da Papa Giovanni Paolo II. La struttura realizzata, per ospitare le decine di migliaia di ragazzi arrivati da tutto il mondo per quell’evento, è oggi un gigante fuori scala.
Tra i tanti padiglioni chiusi, dopo anni di abbandono al suo interno sono stati realizzate due strutture, l’albergo pubblico del Monte di Gozo, un ottima sistemazione dove abbiamo sostato con piacere e un albergue privato con qualche optional in più gestito dalla stessa società che anima la birreria al centro dell’area. A lato tra i prati che formano un grande anfiteatro naturale si trovano due piscine all’aperto molto invitanti dove abbiamo fatto il bagno ! (c’è un costo simbolico di ingresso per supportare la manutenzione)
37. Monte do Gozo – Santiago de Compostela
Da Monte do Gozo, è tutta discesa, nelle gambe e nel cuore. La città ti accoglie un po’ distrattamente, poi anche i segnali del cammino iniziano ad essere più visibili. I palazzi si fanno più stretti, si entra nel nucleo storico, si scendono gli scalini, fino ad entrare nella piazza che è lì che ti aspetta.
Arrivare la mattina è ideale, la città è ancora vuota, i pellegrini sono pochi. La maggior parte di loro è arrivata i giorni prima. Non ci sono code, l’ingresso alla cattedrale è agile e così quello all’ufficio che rilascia la compostela.
Abbiamo gioito, saltato, osservato in silenzio, abbiamo condiviso, sorriso, scherzato con gli altri. Santiago è un turbine emotivo dove tutti arrivano e si ritrovano. Molti pellegrini con cui si è fatta amicizia lungo la via aspettano altri che si sono attardati qualche giorno e li abbracciano all’arrivo. Lo abbiamo fatto anche noi.
Sulla piazza di giri e riconosci qualcuno. Ci si fa le foto. Si inizia a realizzare che è tutto vero ed è possibile. Ora inizia un altro viaggio.
Due giorni a Santiago
Siamo rimasti a Santiago un paio di giorni per salutare gli amici di cammino e goderci un po’ la città che è davvero bellissima.
Abbiamo deciso di alloggiare in un grande Albergue storico per pellegrini: Il Seminario Menor, dove è possibile dormire in camerata o affittare anche una camera singola. Le sale comuni sono piacevoli ed è molto frequentato. E’ un luogo ideale per concludere il cammino tra pellegrini senza perdersi nella città.
Santiago è una città universitaria, centro culturale, religioso e frequentata dai turisti. Le sue strade pullulano di persone, sopratutto nel centro storico. Si mangia bene e, in generale, c’è una bella atmosfera. Le cose da vedere sono tante. Per ogni pellegrino ci sono due punti fissi:
- Il Centro internazionale di accoglienza al pellegrino, l’ufficio dove si riceve la Compostela, il certificato che attesta di avere percorso il Cammino di Santiago.
- La Cattedrale di Santiago, luogo di culto, arte, cultura, il traguardo ideale del cammino di Santiago. Donne e Uomini di ogni rango e origine sono giunti fino a qui da un millennio. Esistono diversi ritiuali tramandati per chi arriva in pellegrinaggio fino a qui:
- L’abbraccio al Santo: è tradizione che i pellegrini salgano all’altare della cattedrale (ingresso sul retro) e abbraccino la statua di Sant’Antonio alle spalle, invocando una preghiera e raccomandandosi a Dio.
- La mano sul Portico della Gloria: è tradizione porre la mano nell’impronta posta nella colonna centrale del Portico della Gloria, sotto l’immagine di San Giacomo per ricordare al santo i motivi e gli impegni del proprio pellegrinaggio.
- L’omaggio a Re David: Re David è uan delle figure più antiche della Cattedrale (entrando a sinistra dalla porta di Plaza de Platerias, la statua lo raffigura mentre suona la cetra). E’ tradizione toccare i suoi piedi chiedendo che ti permettano di tornare ancora.
Per la cena, grazie al networking tra amici e pellegrini abbiamo, tra gli altri, sperimentato due ottime locande amate dagli abitanti di Santiago:
El Papatorio, ristorante di livello a Santiago, abbordabile per le tapas, che sono uno spettacolo per occhi e gusto, con una varietà incredibile!
La Bodeguilla de San Roque, un vero ristorante casalingo di Santiago, lontano dai giri commerciali sorti in centro per i pellegrini, con preparazioni galiziane gustosissime a prezzi abbordabili.
Tutto il Cammino del Nord, tappa per tappa.
Zaino in spalla! Ecco il diario di viaggio del nostro Cammino del Nord, percorso in due spedizioni, una tappa alla volta.
- Da Irun a Santander – 220 km – vedi tutte le 13 tappe
- Da Santander ad Gijon – 210km – vedi tutte le 8 tappe
- Da Avilés a As Figueras / Ribadeo – 135km – vedi tutte le 6 tappe
- Da As Figueras / Ribadeo a Santiago – 200km – 10 tappe – questa pagina
Altri post sul Cammino del Nord.
- Consigli Pratici: Tutto sul Cammino del Nord in famiglia. Come, dove, quando.
- Consigli Pratici: L’economia dello zaino del pellegrino
- La nostra esperienza: Cosa vuol dire percorrere il Cammino di Santiago in famiglia e perchè si sente il desiderio di ripetere questa esperienza.
- La nostra esperienza: I primi 220km, come li abbiamo vissuti.
- Storie di cammino: Diario di un Ospitalereo